Spero che nei minuti di silenzio che ovunque vengono proclamati per celebrare le vittime, si levino mute preghiere di suffragio per le vittime. (Qui immagini della cerimonia dal sito di Lettera 43)
Nella ricerca di spiegazioni (no giustificazioni) ho trovato questa ricostruzione a firma ROBERTO PECCHIOLI che offro a chi vuole capire prima di accusare o, meglio ancora, proporre correttivi.
Ho personalmente sperimentato come la gestione autostradale italiana sia una vera gestione mafiosa quando ho scoperto che guidare in una autostrada italiana durante uno sciopero del personale impone all'automobilista di andare a cercare l'ufficio più vicino della detta società concessionaria "Autostrade per l'Italia" (= Benetton) per pagare l'importo del pedaggio dovuto al Concessionario che ha il diritto di perseguirvi ovunque nel mondo per esigere il pagamento dell'importo dovuto. Ho dovuto pagare dal Canada oltre 90 $ per un pedaggio di meno di 3 (tre!) euro dovuti in un giorno di sciopero proclamato dai sindacati italiani allo scopo di danneggiare il datore di lavoro che invece, forte di una legge che non sapevo esistesse, non solo ha risparmiato sul costo del personale in sciopero ma ha anche guadagnato richiedendo un importo maggiorato per ritardato pagamento. Pazzesco ma lo Stato italiano ha legiferato in materia di diritto del concessionario autostradale a esigere il pagamento dei pedaggi in caso di sciopero.
Come funziona il sistema Stato > Concessionario ?
Ecco una risposta da https://www.maurizioblondet.it/ponte-morandi/
QUELLO CHE NON LEGGERETE SUI GIORNALI/1 – IL CAPITOLO DEL LIBRO DI MARIO GIORDANO, ‘AVVOLTOI’, (che potete acquistare) SULLE AUTOSTRADE, LA GALLINA DELLE UOVA D’ORO CHE DALLO STATO È FINITA A UNA MANCIATA DI PRIVATI: BENETTON E GAVIO (E I LORO SOCI) AMMASSANO MILIARDI SULLE SPALLE DEGLI AUTOMOBILISTI, INVESTENDO MENO DI QUANTO PROMESSO E RINNOVANDO CONCESSIONI ANCHE FINO AL 2050
Per loro una cuccagna, per noi una tassa occulta
L’ex
ministro Di Pietro la definì «una cuccagna». Che c’è di meglio che
gestire l’autostrada? Stai lì al casello, aspetti che passino le auto e
fai i soldi. A ogni Capodanno, cascasse il mondo, arriva l’aumento delle
tariffe. Ormai fa parte della tradizione: ci sono il veglione, il
panettone, zampone, lenticchie, il conto alla rovescia a Times Square. E
i rincari al casello. Dal 1999 a oggi le tariffe autostradali sono
aumentate del 75 per cento, a fronte di un aumento dell’inflazione solo
del 37 per cento. Non basta? Macché.
Infatti
nel gennaio 2018, puntuale come il botto dello spumante, è arrivato il
botto di un ulteriore aumento: in media 2,7 per cento in tutta Italia,
ma con punte del 12,89 per cento sulla appena citata Strada dei Parchi,
del 13,91 per cento sulla Milano-Genova nel tratto Milano-Serravalle e
del 52,69 per cento sull’Aosta-Morgex. Ci sono state proteste, rivolte
di pendolari, sindaci in piazza con tanto di fascia tricolore, il
magistrato anticorruzione Cantone ha aperto un’inchiesta, Milena
Gabanelli si è indignata sul «Corriere» («perché tutti parlano dei
sacchetti di plastica e nessuno interviene sui pedaggi?»). Ma nessuno è
riuscito a rispondere alla domanda fondamentale: perché le tariffe
dell’autostrada aumentano anche quando gli altri prezzi restano fermi? E
soprattutto: dove finiscono quei soldi?.... Vedi su DAGOSPIA
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